Cosa Visitare

 

museo.png  Museo - Piazzale Giacomini, 2, 25040 Cividate Camuno BS   Scopri di più   Vai al sito internet

chiesa.png  Chiesa di S. Stefano - Via Palazzo   Scopri di più

chiesa2.png  Chiesa S. Maria Assunta (Parrocchia) - Piazzale Giacomini   Scopri di più

torre.png  Torre -  Piazza Bertolassi   Scopri di più

anfiteatro.png  Anfiteatro - Via Mosè Tovini   Scopri di più   Vai al sito internet

villa.png  Villa Malaguzzi - Via Laffranchini, 37   Scopri di più

STORIA

Le più antiche tracce della presenza umana a Cividate Camuno risalgono al tredicimila anni fa: nell’area archeologica di via palazzo sono riemerse tracce di un focolare risalente al mesolitico.
Se poco si conosce della vita dell’abitato nei secoli successivi, certo è che a partire dalla conquista romana della Valle Camonica nel 16 a.C., l’intera area assunse una fisionomia urbanistica.
I numerosi reperti consentono di ricostruire l’aspetto di Cividate in età antica: una cittadina dotata di strade ortogonali, domus, terme, necropoli, foro e una vasta area dedicata agli spettacoli contenente un teatro e un anfiteatro. Essa era il centro giurisdizionale della Valle Camonica, dove le magistrature locali amministravano la Res Publica Camunnorum.
Successivamente alla caduta dell’Impero Romano Cividate mantenne il suo ruolo di prestigio grazie all’istituzione della pieve di Santa Maria, attorno alla quale gravitavano le decime vescovili di numerose chiese dalla media e bassa Valle. Il gastaldo del vescovo di Brescia, attivo ancora nel XII secolo, risiedeva nel complesso fortificato del “castello” che sorgeva nei dintorni della pieve.
Il ponte che sorgeva sull’Oglio aveva un’importante valore strategico e commerciale: nel medioevo alla sua manutenzione erano obbligate a compartecipare tutte le comunità della zona.
Nel 1394 venne sottoscritta a Cividate una pace tra le componenti guelfe e ghibelline camune e della Val di Scalve, nelle quale si cercò, almeno per un periodo, di sanare le tremende scorrerie delle due fazioni che si opponevano o appoggiavano il dominio dei Visconti di Milano.
Durante l’età veneta, tra l’inizio del Quattrocento e l’arrivo delle truppe di Napoleone a fine del Settecento, Cividate godette del un lungo clima di serenità imposto dalla pax veneta, interrotto unicamente dalla perdita dei territori di Terraferma per alcuni anni all’inizio del Cinquecento. In questi secoli la comunità subì cicliche alluvioni del fiume Oglio, a cui la popolazione rispondeva con la costruzioni di argini (“arche”) e dovette sopportare calamità quali pestilenze o epidemie. L’amministrazione locale, come negli altri comuni della vallata, era in mano alla vicinia, che a metà Seicento si dotò di uno statuto organico che ne regolava l’elezione delle cariche e disponeva le regolamentazioni per gli abitanti.
Con la caduta della Repubblica di Venezia i territori della Serenissima attraversarono i burrascosi anni dell’età napoleonica per confluire, dal 1815 nel Regno Lombardo-Veneto, e solo nel 1859 l’area Bresciana venne aggregata al Regno di Sardegna.
Dal 1863 al 1871 il comune assunse il nome di Cividate Alpino e in quell’anno l’antico ponte in legno sull’Oglio venne sostituito da uno in muratura, distrutto durante la disastrosa alluvione del 1960 poi ricostruito nella forma attuale.
In epoca fascista, tra il 1927 ed il 1947, il comune di Cividate inglobò quello limitrofo di Malegno. Durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale la canonica di Cividate Camuno, sotto la guida di don Carlo Comensoli, divenne centro di coordinamento della compagnia partigiana cattolica “Fiamme Verdi”.

 

MUSEO NAZIONALE DI VALLE CAMONICA

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Il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica, situato a Cividate Camuno in piazzale Giacomini 2,è stato istituito al fine di raccogliere, conservare e valorizzare il patrimonio archeologico mobile di età romana della Valle Camonica.
Il museo è suddiviso in diverse sale che consentono di approfondire la romanizzazione del territorio, i culti e le necropoli, la città di Cividate Camuno e i reperti di una abitazione alpina risalenti alla fine dell’età del ferro (I mill. a.C.).
Tra i reperti più notevoli:
- La statua di Minerva. Datata all'età augustea, scolpita in marmo bianco non locale, è stata rinvenuta nel 1986 nell'aula centrale del santuario di Spinera di Breno.
- Intonaci dipinti di via Palazzo.  Raffinati frammenti pittorici provenienti da una domus di età giulio-claudia scavata in via Palazzo a Cividate Camuno.
- Placchetta votiva da Spinera. Piccola lamina di bronzo raffigurante una figura umana schematica con le braccia levate verso l'alto e sormontante una barca solare  trainata da uccelli acquatici databile alla seconda metà del V sec. a.C.
- Statua di personaggio maschile. Rinvenuta nel 2004, scolpita in marmo bianco, richiama la postura degli imperatori o dei personaggi di rango imperiale del I sec. d.C.
- Mosaico in tessere bianche e nere, con tocchi di arancione e di marrone, proveniente dall'area delle terme di Cividate Camuno.

PARCO DEL TEATRO E DELL'ANFITEATRO

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Il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro, aperto dal 2003 consente di immergersi nell’antico quartiere degli spettacoli dell’antica città romana di Cividate Camuno.
-Teatro. Scoperto nel 1973, adagiato sul un terrazzamento della collina in un luogo occupato precedentemente da una domus, risale alla metà del I sec. d.C. Attualmente la struttura è visibile per un terzo della sua estensione.
- Anfiteatro. Scoperto casualmente 1984 durante i lavori di scavo del teatro. Dell'edificio è conservata la struttura ellettica perimetrale. unico caso in Lombardia, e una sezione della tribuna destinata agli spettatori. È presente anche un ingresso destinato gli animali pericolosi. Nei pressi dell'anfiteatro si trovano alcuni ambienti di servizio, tra cui forse un ludus magnus, delle piccole terme e un sacello.

AREA DI VIA PALAZZO

L'area archeologica di via Palazzo di trova all'inizio dell'omonima via a Cividate Camuno.
Benché normalmente chiusa al pubblico, dalla strada è possibile avere una visione complessiva del sito.

Gli scavi effettuati in questo luogo hanno messo in luce un sito stratificato con varie fasi:
- 1 fase: Età giulio-claudia (dal 27 a.C. al 68 d.C.). Presenza di una ricca domus con ambienti decorati di preziosi affreschi.
- 2 fase: Età flavia (dal 69 al 96 d.C.). La domus viene distrutta per consetire l'ampliamento della piazza del foro e l'erezione di strutture ad uso pubblico, decorate con iscrizioni e con una statua maschile in posa eroica.
- 3 fase: Età altomedievale. Fase di abbandono delle strutture di epoca romana e rioccupazione degli spazi a fine insediativo con l'inserimento di tramezzi in legno, pavimenti in terra battuta e focolari.

TORRE

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La torre che sorge nel centro di Cividate Camuno è l’edificio più alto dell’intero abitato.
La sua fondazione risale almeno al XII-XIII secolo. Durante il XIV secolo fu soggetta ad una demolizione trasversale ancora leggibile sulla parete orientale.
L’edificio venne successivamente restaurato dalla casata Federici, come attesta uno stemma familiare posizionato nell’architrave di un portale.
Nella seconda metà del Quattrocento la torre è enumerata tra i beni di Leone Beccagutti di Esine, mentre nei due secoli successivi torna nelle competenze dei Federici del ramo di Breno.
Nella prima metà dell’Ottocento la proprietà è di Lodovico Castelnovi che forse dispone alcuni lavori di sistemazione, come ricordano due date incise: 1853 e 1856. Verso la fine del secolo l’edificio è intestato a Domenico Gosio ed è censita con 3 piani e 14 vani.
Attualmente l’interno è suddiviso in vari piani che ospitano diverse esposizioni di strumenti e abiti della tradizione locale. 

TORRE DI VIA RIVIERA

Di questa torre rimangono tracce della possente muratura: essa spiccava all’interno di un recinto fortificato oggi attraversato da via Riviera. Dal cortile del comune è chiaramente visibile il basamento della torre.
Il complesso fu residenza nel corso del Trecento di alcuni componenti della famiglia Capitani di Sovere. In questa residenza venne sottoscritta, nel 1394, una pace tra i guelfi e i ghibellini. Successivamente la famiglia assumerà il cognome di Lanfranchini, dal nome di un suo esponente.

CASTELLO

Già nel corso del X secolo viene ricordato il castrum di Cividate Camuno. Il castello era composto da una cinta muraria che difendeva l’area della pieve e del battistero, oltre ad alcuni edifici di pertinenza ecclesiale legati al vescovato di Brescia.
A partire dall’XI secolo viene ricordato anche un torrazzo (palacium) dove risiedeva il gastaldo del vescovo.
Il perimetro , compresi i fossati, si estendeva aveva una forma rettangolare di circa 120 x 100 mt.
Sul lato settentrionale la via denominata “porta castello” ricorda nella toponomastica questa antica struttura oggi completamente scomparsa.

CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA

Gli scavi archeologici hanno evidenziato un antico ambiente con tre absidi risalente al V-VI secolo.
Nell’XI secolo l’edificio assunse forme romaniche, ancora oggi osservabili nell’abside e nella parte inferiore della torre campanaria. La chiesa venne successivamente ampliata nel XV secolo con l’allungamento della facciata e la demolizione dell’antistante battistero dedicato a San Giovanni.
Nel Settecento un nuovo rimaneggiamento portò la chiesa ad assumere l’attuale conformazione barocca.
All’interno si conservano pregevoli opere: la “Madonna con Bambino e i Santi Stefano, Lorenzo, Giovanni Battista e Gerolamo” di Callisto Piazza (1529), la “Pala dell’Assunta” di Pietro Scalvini (1750) e gli affreschi nella navata di Antonio Guadagnini (XIX secolo). Al di sotto del presbiterio una cripta conserva la sepoltura di alcuni ecclesiastici in posizione seduta.

CHIESA DI S.STEFANO

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Secondo la leggenda la fondazione della chiesa di Santo Stefano è fatta risalire a Carlo Magno.
Evidenze archeologiche fanno effettivamente riferimento ad un edificio del VII-VIII secolo, a cui successe in poca romanica (XII-XIII secolo) un rimaneggiamento che portò all’allungamento della navata e alla modifica dell’abside da rettangolare a semicircolare.
Nel XV secolo la chiesa viene modificata con l’aggiunta del portico sul lato occidentale. A quest’epoca risale l’affresco, contenuto nell’abside, raffigurante Santo Stefano.
La struttura è nuovamente modificata nel Settecento: venne creata la scalinata di pietra in connessione diretta con l’abitato, fu rialzato il campanile con una guglia a doppia cipolla e la parete ovest venne ampliata andando ad inglobare il porticato.
All’interno è possibile ammirare gli scavi archeologici attraverso delle grate posizionate sul pavimento.

MUNICIPIO DI CIVIDATE CAMUNO

Il Municipio di Cividate Camuno è situato in Piazza Fiamme Verdi all'interno di un complesso di edifici, ristrutturati alla fine degli anni Settanta del Novecento appertenuti precedentemente alle famiglie Romelli e Lanfranchini.
Sulla facciata è presente una lapide dedicata a don Carlo Comensoli e alle Fiamme Verdi.
Lungo il lato di via IV novembre si più osservare un portale decorato in pietra simona, sulla cui architrave si possono osservare tre stemmi scalpellati e due vasi anseati, tra i quali si legge l'iscrizione M.P.OS.H.D.LAF."
Tre passaggi conducono al cortile interno, dal quale si può ammirare, sul lato meridionale, conci squadrati che dovevano appartenere alla base di una torre del XIII-XIV secolo.

PALAZZO ROMELLI

L'edificio in Piazza Fiamme Verdi, inizialmente di proprietà della famiglia Spiotti, almeno dl XVI passò di competenza alla famiglia Romelli.
Due sono i portali che permettono l'accesso alla corte interna. Quello più occidentale, risalente al Quattrocento, riporta due motivi floreali a sei petali tra i quali si legge la data "1463 IHS 17 JUNIJ".

CASA MALAGUZZI

La villa in via Laffranchini 37 sorge nel cuore dell’abitato possiede un impianto del XV secolo è cinta di una muraglia sulla quale si apre un portale inferriato che lascia intravedere l’interno del giardino.
Sulla facciata meridionale abbellita al centro da una meridiana datata 1978 e recante il motto: "la casa Malaguzza per suo amore detta in quest’horologgio a tutti l’hore".

CASA TOVINI

L’abitazione in via Palazzo 41, che nel fronte anteriore è riconducibile all’Ottocento, affonda le sue radici in edificio del XIV-XV secolo. Qui nacque il 14 marzo 1841 Giuseppe Tovini, beato della Chiesa Cattolica. Nel 1927 fu sede dell’agenzia della Banca San Paolo.

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